STORIA DEL DOTTOR DE VITA


C'era una volta il dottor De Vita, che non aveva tempo di vivere la vita. Perché mai? vi chiederete. Semplice: perché aveva altro da fare, o perché voleva viverne troppe. "
Cavalier, dottor, professor GianVito De Vita"… Psichiatra nel proprio elegante studio; medico di guardia al pronto soccorso, primario di una clinica privata, professore all'università, instancabile ricercatore, valente chirurgo, provetto ostetrico, presidente di una fondazione scientifica, vittima dei propri incubi notturni.
Tutte le notti la signora Inconsolata De Vita, moglie dell'esimio luminare, sola in un letto troppo grande, piange sommessamente, in attesa d'esser rapita dal sonno. Peccato che un buon psichiatra s'accorga dei lamenti femminili soltanto nella redditizia pace del proprio studio.
De Vita, De Vita, non hai tempo neppure d'accarezzare il tuo cane o giocare con tua figlia!; quante cene si raggelano davanti a tua moglie, che ti attende invano! Quanti malati meriterebbero più attenzioni, al pronto soccorso, quanti ne hai visitati troppo in fretta!
"Ci vuole, appunto, pazienza", raccomandi ai pazienti, "il personale è scarso, la sanità va riformata", ma già con la mente sei altrove, in una ricca sala operatoria, o dietro una sontuosa scrivania, o in cima ad un'insormontabile cattedra…
Non vuoi il Potere, no. Ma quanto ti piace averlo! Leggi tutte le riviste scientifiche che possano servire al tuo perfezionamento professionale e morale, ma il Sole 24 ore mai manca dalla tua scrivania.
Quanto tieni alla tua deontologia, ai valori della medicina, al giuramento di Esculapio, e quanto provvedi ad investire nel modo più proficuo le tue parcelle, badando di pagare meno tasse possibile. Strano, nei sogni chiedi l'elemosina. Al risveglio telefoni subito al tuo commercialista. In sala operatoria tagli via gli errori del corpo umano con gesto preciso.
Niente discussioni con il paziente, il tuo lavoro è rapido e redittizio.
Non rifiuti alcun incarico ti venga proposto.
Vuoi rendere disoccupata l'intera classe medica?
No, ti piace avere.
De Vita, De Vita, la tua non si può chiamare vita. Sei solo un uomo pubblico, un uomo da ammirare, da temere. La vita è qualcosa di molto più semplice e molto più profondo. Ed è fatta di tempo, e tu di tempo non ne hai mai abbastanza.
Non per ciò che è umano.
LA CURA DEL DOTTOR DESTINO
Un giorno venne nello studio del dottor De Vita una donna molto speciale e molto grassa.
Non una cicciona qualsiasi, di quelle che mangiano al posto di respirare. Una cicciona con la testa tra le nuvole…
"Dottore, da quando sono caduta sulla terra non riesco a camminare! Mi trascino a fatica, zoppico, mi dica lei che cosa devo fare! Il dottore la scrutava perplesso. La donna aggiunse: "Solo non mi chieda soldi: il tempo è troppo prezioso perché io lo sprechi guadagnando. Se mi guarirà, le regalerò degli occhiali magici, con i quali potrà vedere il mondo in una luce diversa."
In tutta la sua non-vita egli non aveva mai visto niente del genere. Le radiografie parlavano chiaro: il soggetto è stato creato per volare; la sua struttura ossea è inadatta agli spostamenti terrestri… Era un miracolo se la malata camminava, pur zoppicando. Messa la verità da parte, egli fece parlare il professionista che era in lui: "Le dico subito che cosa deve fare. Lei cammina senza testa… La faccia scendere dalle nuvole! Scenda giù, sia di peso, che di spirito! I piedi devono poggiare a terra e la testa stare sulle spalle!" E, dopo la diagnosi, la terapia: "Sia seria, impieghi il suo tempo per guadagnare denaro, impari a capire che il tempo è denaro…"
Sdegnata da proposte simili, la donna si librò in aria. De Vita, colto da stupore, cercò di fermarla trattenendola per un piede, ma ella lo trascinò con sé in volo senza accorgersene. E volarono a folle velocità, sopra le nuvole, attraverso labirinti d'ozono bucato, verso galassie lontane, scavalcando nane gialle e tuffandosi in buchi neri; fuori dal modo di vedere di lui, dentro il modo di vedere di lei. Giunti Chissà Dove, la donna, avvedutasi d'aver trascinato con sé il dottore, disse: "Apra gli occhi, non abbia paura". Egli, tremante, obbedì. Era pronto a vedere tutto, ma non quello che vide: un uomo vestito di bianco; un uomo che correggeva l'insegna della clinica di cui era primario. Quell'uomo era lui. "CLINICA SPERIMENTALE CON INDIRIZZO ARTISTICO", scriveva al posto dell'insegna normale. Dopodiché affiggeva un cartello: ""Attenzione! Luogo rigorosamente dedicato al divertimento." De Vita guardava sbigottito. Dopo che il suo sosia celeste ebbe sistemato l'insegna, qualcuno gli chiese: "Ma il camice, deve essere per forza bianco? No! - esclamò lui - Bisogna riempirlo di spruzzi colorati, come i quadri di Pollock !"
Detto fatto. Ispirati dal tripudio di colori, i malati mentali, liberi e giocosi sul prato come cavalli bradi, creano una galleria d'arte mobile, dipingendo loro stessi i propri medici, secondo l'ispirazione del momento.
Intanto il De Vita celeste, che asciuga all'ombra dopo essere stato dipinto, si rivolge ai parenti dei pazienti: "Le mura bianche e sterili procurano la depressione! L'uomo nasce nell'ospedale, spesso ci capita durante la vita, e nell'ospedale muore. Per questa ragione bisogna rendere questo luogo colorato ed accogliente. Non perdete tempo in lacrime inutili aspettando che vostri parenti guariscano - dipingete le mura dei corridoi con le vostre fantasie! Impazzite anche voi!" Mentre i parenti si tramutano in giocosi artisti e brulicano dappertutto pieni di entusiasmo e idee, il Dott.De Vita, quello vero, quello che non ha tempo di vivere la vita, continua la visita di quel mondo immaginario insieme alla donna volante …
…Nel pronto soccorso i malati a cui manca qualche pezzo non fondamentale sono circondati da statue antiche senza braccia, piedi, teste. Tale esposizione, oltre a migliorare la cultura del paziente e rendergli l'attesa meno sgradevole, ha l'obbiettivo di consolarlo; - quasi a dirgli: "Se un mozzicone di pietra sbrecciata è considerato un esempio di bellezza e ammirato da migliaia di persone attraverso i secoli, tu, che in più hai la vita e sei morbido e caldo, non perderti d'animo…"
…In sala di rianimazione i malati nuotano in una piscina col fondo di vetro, sotto il quale s'intravvedono squali e mostri marini. Il dottor De Vita ha scoperto che in presenza di feroci predatori l'istinto di sopravvivenza risveglia più in fretta gli anticorpi addormentati del malato.
…In sala operatoria i pazienti, prima di abbandonarsi alla narcosi, contemplano beatamente il soffitto tappezzato di foto di belle ragazze in cerca di marito. Il dottor De Vita ha scoperto che le operazioni riescono molto meglio se il paziente sogna qualcosa di bello e ha un desiderio che lo spinga con un gran balzo oltre la difficoltà momentanea.
…Nel reparto psichiatrico i malati si trasformano nei personaggi che li ossessionano: si truccano o scelgono maschere e vestiti d'epoca nel guardaroba. Quelli molto esigenti o con fantasie particolari realizzano i loro abiti con l'aiuto del personale, seguendo le proprie visioni con precisione.
…In sala d'attesa i malati mentali improvvisano scenette apologetiche sotto il cartellone che ringrazia la Fondazione Pinco Pallino per aver reso possibile la ricerca medico-artistica e aver provveduto con generosità alle spese di trasformazione dei matti in se stessi.
Dietro le pareti di vetro gruppi di turisti ammirano lo spettacolo, riempiendo anch'essi di frenesia improvvisatoria i corridoi che circondano la sala d'attesa, ormai diventata teatro.
Un altro cartello spiega che i biglietti d'ingresso serviranno a coprire le spese di gestione dell'opedale e un ultimo cartello dice per favore di leggere gli altri cartelli.
…Nella farmacia dell'ospedale vengono venduti olio essenziale di stelle, polvere di raggi solari, distillato di comete e infusi di riverbero lunare.
…Accanto alla farmacia, una libreria specializzata in libri gialli e dell'orrore. Ai pazienti psicotici viene chiesto di scrivere le proprie fantasie: in pratica che cosa farebbero agli altri se ne avessero la possibilità. L'immaginazione deviata produce un gran numero di best-seller, che garantiscono agli scrittori improvvisati cospicui guadagni.
…Nel suo studio celeste il dottor De Vita, con il camice colorato e la faccia dipinta, si fa psicanalizzare da un suo paziente travestito da Carla Fracci segata dal mago Silvan. Il dottore cosmico ama i paradossi e li applica anche alla psicoanalisi, rovesciando i ruoli convenzionali. Tutto finisce sempre in un gran ridere da ambo le parti.
Come il suo sosia terrestre, il dottor De Vita imbrattato di colore riceve malati di vario genere, ma senza fretta. Se l'attesa diventa troppo lunga possono sempre divertirsi uno con l'altro, per esempio accoltellandosi con pugnali intagliati nel salame o sfasciando tutto e appiccando il fuoco, che subito viene spento da infermiere vestite da idranti, che possono eventualmente essere spogliate e sposate all'istante.
Perché non approfittare dell'irrequietezza dei malati per arredare lo studio in modo sempre nuovo?
Tanto i danni vengono pagati dalla Fondazione Pinco Pallino.
Ai malati mentali il dottore prescrive una grande varietà di risate. Se non riescono a trovare una ragione per ridere, insegna loro delle tecniche per farlo meccanicamente.
Se sono incapaci di applicare queste tecniche, somministra loro delle sostanze esilaranti. Se queste sostanze su di loro non hanno effetto, si mette forsennatamente a scivolare su bucce di banane, che dissemina ovunque, causando non pochi problemi al personale dell'ospedale.
Invece ai malati d'altro genere fa prescrizioni personalizzate, dopo averci pensato parecchio.
Non ha fretta. Può fare una prescrizione anche dopo anni, anche quando il paziente è già morto. Purché la cura sia giusta. Al bambino col mal di pancia per aver mangiato troppe caramelle disegna un sole sorridente sulla pancia. Alla paziente che ha perso il sonno studiando per gli esami scrive la ricetta fra le dita delle mani. All'artista che è caduto dal motorino perché correva troppo in fretta incontro al successo prescrive di illustrare in forma scherzosa le regole del codice della strada, comprese quelle sul funzionamento del motore e del rilascio di documenti da parte di enti preposti.
Nel bar si vendono panini di gommapiuma, che la gente può tirarsi addosso per scherzo o con cui può sfasciare il bar. Tanto paga Pinco Pallino.
Il cibo scende dal cielo, paracadutato in continuazione da elicotteri silenziosi come libellule. Ce n'è per tutti i gusti e razze, anche se la pietanza più inflazionata è la polpetta; polpetta di qualunque cosa, essendo spesso difettosi i paracadute.
Di fronte all'entrata dell'ospedale aspiranti medici bocciati agli esami chiedono l'elemosina. Chi per esercizio d'umiltà, chi per dispregio del denaro, chi per tranquillo sguardo sulla vita. Non sarà ammesso a praticare la medicina chi è privo di queste qualità.
La cicciona con la testa tra le nuvole non zoppica più. Esegue salti mortali in mezzo al prato, con la leggerezza di un materassino a forma di elefante sospinto dal vento.
Durante le giravolte racconta, con voce per nulla affannata, la sua avventura sulla terra. Descrive ad un pubblico incredulo la sua visita con il dottor De Vita. Tutti convengono che si sia trattato di un brutto sogno da dimenticare al più presto.
EFFETTI COLLATERALI
Divertito e commosso, il dottor De Vita non vuole più saperne di ritornare alla sua non-vita (o, meglio, la sua vita-non).
Ma ecco, squilla la sveglia. Come sempre troppo presto.
CONCLUSIONE
Ripiombato bruscamente sulla terra dopo quel gradevole viaggetto nel regno dei sogni, il dottor De Vita non voleva più saperne di essere il dottor De Vita. Si disse: " Basta, etichettare gli altri come ammalati! E' ora che cominci a curare me stesso!" Adesso il dottor De vita è felice, ha tanto tempo e… lavora più di prima! …come medico di guardia: presso il suo simpatico cagnolino, giocando insieme a lui e portandolo a fare passeggiate nei boschi in cerca di funghi buoni da dipingere da velenosi, così la gente li lascia vivere;
…come ostetrico: presso la sua deliziosa mogliettina, riempendola di attenzioni e di baci, usando gli ospedali soltanto per farle fare tanti bambini;
…come docente: presso la sua adorata figlioletta, insegnandole tutto quello che è indispensabile sapere sugli gnomi, le fate e i dinosauri;
…come conferenziere: all'università, spiegando ai suoi studenti come diventare bravi medici, in modo da non dover più ricoprire lui tutti gli incarichi;
…come specialista: nel suo studio privato - per l'occasione trasferito in riva al mare - imitando le trovate del collega celeste malgrado l'ostile clima terrestre.
Quando qualcuno gli offre dei soldi li usa per disegnarci sopra la strada per il manicomio e li riconsegnava al malcapitato. Ovviamente senza mai togliersi gli occhiali che gli mostrano il punto di vista delle stelle.
P.S. Prima di ritirarsi dal lavoro, il dottor, anzi il signor De Vita, non mancò di guarire una simpatica cicciona zoppicante. Le prescrisse di mangiare solo cibo di cui ci si nutre nel cielo (nuvole di drago, involtini primavera, angeli al vapore), che è molto più leggero. La donna dimagrì, ma continuava a camminare con problemi. Alla fine ,scocciata, ha trovato la soluzione da sola-rinunciando ad imitare modi di fare degli esseri umani"normali", si spostava attraverso salti vari toccando la terra di rado.
STORIA DEL DOTTOR DE VITA